Vaz Tè è uscito dal letargo?
La soddisfazione è, per sua natura, legata ai rinvii e alle aspettative che essi generano. Nel rap, alcuni dischi hanno guadagnato una reputazione leggendaria a causa della lunga attesa che li ha accompagnati, ancora prima che per la musica stessa. Aspettare troppo però può anche risultare svantaggioso. Questo EP di Vaz Tè, proverbialmente titolato Waiting Room, è proprio un tentativo di non soccombere alla dinamica dell’attesa infinita e di affermare, una volta per tutte, il proprio ruolo nel game.
Dopo una serie promettente di singoli e featuring nel 2017, il rapper genovese si è fermato per un anno a causa di un incidente alla gamba e, forse, del suo eccessivo perfezionismo. Era necessario un ritorno di qualità e Vaz Tè non ha deluso. Con il suo flow letargico, il timbro basso e le metafore calcistiche, il Drill King di Palmaro è un Mc di grande carisma, capace di regalare entrate memorabili su ogni pezzo. “Benvenuto”, in apertura dell’EP, mostra un Vaz fragile, in paranoia sul suo futuro nella musica. Nel corso delle tracce, il rapper Wild Bandana si riposiziona in campo, ritrovando la dimestichezza come fanno i campioni dopo gli infortuni. “Costoso” è una hit in stile Drill Liguria, arrogante ma esistenziale, che meriterebbe un posto in ogni dj set estivo. Ma il vero highlight è “Pesche e Vino” dove, su una produzione di Sick Luke, Vaz si alterna con Gianni Bismark nel raccontare storie di strada, amici e muretti, mentre Bresh ci regala un ritornello semplice ma poetico come solo lui la sa fare. Arrivati all’outro “DrillGod”, il nostro ha ritrovato l’orgoglio e la gloria e celebra trionfalmente la sua cafonaggine, rimando con classe botti / brocchi o bombolozzi / lacrimozzi.
Vaz Tè ha capito di “essere fatto d’oro” e noi non possiamo non applaudire il suo stile inconfondibile, che brilla anche in questo breve antipasto. Rimaniamo volentieri nella sua sala d’attesa per questa estate, sperando di poter ascoltare presto l’album del Drill King ligure.
Questo articolo è apparso originariamente su Boh Magazine.