Asp126: Un fantasma su Trastevere

Alessandro Y. Longo
2 min readApr 26, 2019

Asp126 è il membro della LoveGang che, per ora, è rimasto più nell’ombra. Ma con l’uscita del suo nuovo ep, “ASPER”, le cose sono pronte a cambiare.
In un breve viaggio di 3 brani, Asp ci guida attraverso un tunnel lisergico e sintetico. I temi sono quelli a cui la 126 ci ha abituato nel corso degli anni: Roma, l’amore, la strada, gli impicci. Ancora una volta però, i ragazzi di Trastevere riescono a regalarci un’altra sfumatura delle loro vite.
Asp è un autore minimalista, sia a livello di liriche sia a livello di produzioni. “Io e te”, il primo brano, è una dichiarazione d’intenti in questo senso: su un tappeto musicale a metà tra la minimal tedesca e il Battiato fine ’70, rimuginando su una storia d’amore ormai finita e in pochi versi evoca quel sentimento, un affetto un po’ nostalgico, che sperimentiamo quando abbiamo superato un grande rapporto.
In “Ndb”, in un’atmosfera jazzy e vagamente lo-fi, è accompagnato da una strofa clamorosa di Ugo Borghetti, crudo e realistico più che mai. Asp ci offre un ritornello catchy e ipnotico, destinato a rimanere in testa a lungo.
Chiude il lavoro “Animali”, un flusso di coscienza su un giro di piano malinconico: in una sequenza di versi sbiascitati e memorabili, in cui la rima fratè / Eufrate brilla per gli intenditori.
Come un Bowie del periodo berlinese, Asper è il dipinto di una Trastevere diversa da quella a cui ci eravamo abituati, con toni più freddi, notturni e quasi asettici. Asp fa un uso essenziale delle parole e dei suoni, valorizzando ogni elemento espressivo. Non possiamo che celebrare questo primo episodio e ad aspettare nuovi lavori di questo minimalista romano.

Questo articolo è apparso originariamente su Boh Magazine.

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Alessandro Y. Longo

Digital Humanist, wannabe tech critician, working for re-enchanting the world